1. |
Polvere
03:25
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2. |
Latenza
05:23
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Sento la coscienza
riempirsi di dolore,
rumore, conflitto,
cristallizzata nel passato,
nelle ombre di persone
sfuggite allo sguardo.
Quello che non sopporto
fra una luce e l'altra
è la latenza.
Per guardare avanti
cerco la forza di una memoria,
un punto di partenza,
l'essenza del bisogno.
L'unico ricordo che vorrei
si colora di assenza,
latenza.
Sento la coscienza
svuotarsi e fluttuare,
vagare incontrollata
fra steli,
monumenti funebri,
fuochi rituali,
e continuare a mutare,
senza mai arrivare
ad un dolce riposo.
Mi strapperei il cuore
per vedere se continua a battere
Mi strapperei i polmoni
per tornare all'abisso.
Per guardare avanti cerco la forza di una memoria,
un modo di strappare il lutto al braccio
che comprime le arterie ed erode i miei arti,
un modo per tagliare la catena dell'ancora
e salpare verso lidi meno funesti.
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3. |
Irriconoscibile
06:59
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Fra le cose che sento e quelle che puoi capire
c'è sempre l'ombra di un'empatia spezzata,
di un giocattolo rotto i cui pezzi sono scomparsi,
fuggiti dal lutto necessario
per l'accettazione, per la prosecuzione
Irriconoscibile,
dietro il vetro opaco
i tratti del tuo viso
sfuggono taglienti
Mentre cerco nella spazzatura
per ritrovare quello che stava alla base
non posso fare a meno di incontrare
la collezione dei miei errori.
Frugo nelle tasche
per trovare un accendino,
una tanica di benzina,
preparo una pira funebre
per la sequela di ricordi,
mi serviranno forse ancora?
Ancora?
Focalizzato sul ciclico
riesumare le ceneri,
non posso concentrarmi
sul cerchio che mi incatena,
che mi impedisce
di gettare l'urna nel fiume.
E allora torno a cercarti
a cercare un appoggio
per scavalcare il muro
e vedere cosa c'è dall'altro lato,
senza capire che non posso chiedere a te,
che tutto è cambiato, che sei irriconoscibile.
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4. |
Attesa
04:38
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5. |
Eclisse
04:47
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Corpi fluttuanti
oscurano il cielo
Corpi fluttuanti
occludono ogni via di fuga
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6. |
Silenzio
05:41
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Niente, non resta niente,
solo il rifiuto
il silenzio sferzante.
Distogliere lo sguardo,
tornare a girarsi,
e perdere il crollo.
Il vuoto che lasci alle tue spalle
cancella il mio spazio,
e quando continuo a sbagliare
sento incessante sulle spalle
il peso di uno sguardo,
ma non sei tu, solo un'ombra.
Il vuoto che mi riempie,
i polmoni implodono.
Avremmo potuto stordirci nell'idea di un moto perpetuo,
avremmo potuto conservare un attimo mai concluso,
e continuare a curare i margini,
abbellire le ferite,
ritrovarci nei colori,
riconoscere le sfumature,
rompere gli argini
e poi trovare la quadratura del cerchio.
Ma tu no, tu hai tradito
la terapia del dolore.
Ci sono parole non dette
che urlano nel vuoto.
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7. |
Il giorno dopo
03:31
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I muri di cemento
stanno crollando,
Le sementi sparse dal vento
non trovano altro che asfalto,
condannate a vagare
in cerca del loro pezzo di terra
il loro pezzo di terra.
A volte penso a come sarebbe stato
negare il flusso di istanti sprecati,
insieme sconfiggere la costante
tragedia dello scorrere dei giorni,
del rimpiangere i silenzi,
del cercare qualcosa dietro le parole.
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